Genesi 24:1-66
Isacco e Rebecca
[9]Allora il servo mise la mano sotto la coscia di Abramo,
suo padrone, e gli prestò giuramento riguardo a questa cosa. [10]Il servo prese dieci cammelli del suo padrone e, portando ogni sorta di cose preziose del suo padrone, si mise in viaggio e andò nel Paese dei due fiumi, alla città di Nacor. [11]Fece inginocchiare i cammelli fuori della città, presso il pozzo d’acqua, nell’ora della sera, quando le donne escono ad attingere. [12]E disse: «Signore, Dio del mio padrone Abramo, concedimi un felice incontro quest’oggi e usa benevolenza verso il mio padrone Abramo! [13]Ecco, io sto presso la fonte dell’acqua, mentre le fanciulle della città escono per attingere acqua. [14]Ebbene, la ragazza alla quale dirò: Abbassa l’anfora e lasciami bere, e che risponderà: Bevi, anche ai tuoi cammelli darò da bere, sia quella che tu hai destinata al tuo servo Isacco; da questo riconoscerò che tu hai usato benevolenza al mio padrone». [15]Non aveva ancora finito di parlare, quand’ecco Rebecca, che era nata a Betuèl figlio di Milca, moglie di Nacor, fratello di Abramo, usciva con l’anfora sulla spalla. [16]La giovinetta era molto bella d’aspetto, era vergine, nessun uomo le si era unito. Essa scese alla sorgente, riempì l’anfora e risalì. [17]Il servo allora le corse incontro e disse: «Fammi bere un pò d’acqua dalla tua anfora». [18]Rispose: «Bevi, mio signore». In fretta calò l’anfora sul braccio e lo fece bere. [19]Come ebbe finito di dargli da bere, disse: «Anche per i tuoi cammelli ne attingerò, finché finiranno di bere». [20]In fretta vuotò l’anfora nell’abbeveratoio, corse di nuovo ad attingere al pozzo e attinse per tutti i cammelli di lui. [21]Intanto quell’uomo la contemplava in silenzio, in attesa di sapere se il Signore avesse o no concesso buon esito al suo viaggio. [22]Quando i cammelli ebbero finito di bere, quell’uomo prese un pendente d’oro del peso di mezzo siclo e glielo pose alle narici e le pose sulle braccia due braccialetti del peso di dieci sicli d’oro. [23]E disse: «Di chi sei figlia? Dimmelo. C’è posto per noi in casa di tuo padre, per passarvi la notte?». [24]Gli rispose: «Io sono figlia di Betuèl, il figlio che Milca partorì a Nacor». [25]E soggiunse: «C’è paglia e foraggio in quantità da noi e anche posto per passare la notte».
[26]Quell’uomo si inginocchiò e si prostrò al
Signore [27]e disse: «Sia benedetto il Signore, Dio del
mio padrone Abramo, che non ha cessato di usare benevolenza e
fedeltà verso il mio padrone. Quanto a me, il Signore mi ha
guidato sulla via fino alla casa dei fratelli del mio padrone». [28]La
giovinetta corse ad annunziare alla casa di sua madre tutte queste
cose. [29]Ora Rebecca aveva un fratello chiamato Làbano
e
Làbano corse fuori da quell’uomo al pozzo. [30]Egli
infatti, visti il pendente e i braccialetti alle braccia della sorella
e
udite queste parole di Rebecca, sua sorella: «Così mi ha
parlato quell’uomo», venne da costui che ancora stava presso i
cammelli vicino al pozzo. [31]Gli disse: «Vieni,
benedetto
dal Signore! Perché te ne stai fuori, mentre io ho preparato la
casa e un posto per i cammelli?». [32]Allora l’uomo
entrò in casa e quegli tolse il basto ai cammelli, fornì
paglia e foraggio ai cammelli e acqua per lavare i piedi a lui e ai
suoi
uomini. [33]Quindi gli fu posto davanti da mangiare, ma egli
disse; «Non mangerò, finché non avrò detto
quello che devo dire». Gli risposero: «Dì
pure». [34]E disse: «Io sono un servo di Abramo. [35]Il
Signore ha benedetto molto il mio padrone, che è diventato
potente: gli ha concesso greggi e armenti, argento e oro, schiavi e
schiave, cammelli e asini. [36]Sara, la moglie del mio padrone,
gli ha partorito un figlio, quando ormai era vecchio, al quale egli ha
dato tutti i suoi beni. [37]E il mio padrone mi ha fatto
giurare: Non devi prendere per mio figlio una moglie tra le figlie dei
Cananei, in mezzo ai quali abito, [38]ma andrai alla casa di
mio
padre, alla mia famiglia, a prendere una moglie per mio figlio. [39]Io
dissi al mio padrone: Forse la donna non mi seguirà. [40]Mi
rispose: Il Signore, alla cui presenza io cammino, manderà con
te il suo angelo e darà felice esito al tuo viaggio, così
che tu possa prendere una moglie per il mio figlio dalla mia famiglia e
dalla casa di mio padre. [41]Solo quando sarai andato alla mia
famiglia, sarai esente dalla mia maledizione; se non volessero
cedertela, sarai esente dalla mia maledizione. [42]Così
oggi sono arrivato alla fonte e ho detto: Signore, Dio del mio padrone
Abramo, se stai per dar buon esito al viaggio che sto compiendo, [43]ecco,
io sto presso la fonte d’acqua; ebbene, la giovane che uscirà ad
attingere, alla quale io dirò: Fammi bere un pò d’acqua
dalla tua anfora, [44]e mi risponderà: Bevi tu; anche
per
i tuoi cammelli attingerò, quella sarà la moglie che il
Signore ha destinata al figlio del mio padrone. [45]Io non
avevo ancora finito di pensare, quand’ecco Rebecca uscire con l’anfora
sulla spalla; scese alla fonte, attinse; io allora le dissi: Fammi
bere. [46]Subito
essa calò l’anfora e disse: Bevi; anche ai tuoi cammelli
darò da bere. Così io bevvi ed essa diede da bere anche
ai cammelli. [47]E io la interrogai: Di chi sei figlia?
Rispose: Sono figlia di Betuèl, il figlio che Milca ha partorito
a Nacor. Allora le posi il pendente alle narici e i braccialetti alle
braccia. [48]Poi mi inginocchiai e mi prostrai al Signore e
benedissi il Signore, Dio del mio padrone Abramo, il quale mi aveva
guidato per la via giusta a prendere per suo figlio la figlia del
fratello del mio padrone. [49]Ora, se intendete usare
benevolenza e lealtà verso il mio padrone, fatemelo sapere; se
no, fatemelo sapere ugualmente, perché io mi rivolga
altrove».
[50]Allora Làbano e Betuèl risposero:
«Dal Signore la cosa procede, non possiamo dirti nulla. [51]Ecco
Rebecca davanti a te: prendila e và e sia la moglie del figlio
del tuo padrone, come ha parlato il Signore».
[52]Quando il servo di Abramo udì le loro parole, si
prostrò a terra davanti al Signore. [53]Poi il servo
tirò fuori oggetti d’argento e oggetti d’oro e vesti e li diede
a
Rebecca; doni preziosi diede anche al fratello e alla madre di lei. [54]Poi
mangiarono e bevvero lui e i suoi uomini e passarono la notte. Quando
si alzarono alla mattina, egli disse: «Lasciatemi andare dal mio
padrone». [55]Ma il fratello e la madre di lei dissero:
«Rimanga la giovinetta con noi qualche tempo, una decina di
giorni; dopo, te ne andrai». [56]Rispose loro: «Non
trattenetemi, mentre il Signore ha concesso buon esito al mio viaggio.
Lasciatemi partire per andare dal mio padrone!». [57]Dissero
allora: «Chiamiamo la giovinetta e domandiamo a lei
stessa». [58]Chiamarono dunque Rebecca e le dissero:
«Vuoi partire con quest’uomo?». Essa rispose:
«Andrò». [59]Allora essi lasciarono partire
Rebecca con la nutrice, insieme con il servo di Abramo e i suoi uomini.
[60]Benedissero
Rebecca e le dissero:
«Tu, sorella nostra,
diventa migliaia di miriadi
e la tua stirpe conquisti
la porta dei suoi nemici!».
[61]Cosí Rebecca e le sue ancelle si alzarono, montarono sui cammelli e seguirono quell’uomo. Il servo prese con sé Rebecca e partí.[62]Intanto Isacco rientrava dal pozzo di Lacai-Roi; abitava infatti nel territorio del Negheb. [63]Isacco uscí sul fare della sera per svagarsi in campagna e, alzando gli occhi, vide venire i cammelli. [64]Alzó gli occhi anche Rebecca, vide Isacco e scese subito dal cammello. [65]E disse al servo: «Chi é quell’uomo che viene attraverso la campagna incontro a noi?». Il servo rispose: «E’ il mio padrone». Allora essa prese il velo e si coprí. [66]Il servo raccontó ad Isacco tutte le cose che aveva fatte. [67]Isacco introdusse Rebecca nella tenda che era stata di sua madre Sara; si prese in moglie Rebecca e l’amó. Isacco trovó conforto dopo la morte della madre.
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